GALOPPATOIO REALE
DELLA REGGIA DI PORTICI
William Cavendish, primo duca di Newcastle, nel trattato A New Method and Extraordinary Invention to Dress Horses and Work them according to Nature del 1667 scrive: “Questa Nobile ed Eccellente Arte fu in primo luogo iniziata e inventata in Italia, dove tutti i Francesi e molti di altre Nazioni andavano per impararla: questo avvenne a Napoli, dove venne costruita la prima Accademia per montare a Cavallo”. François Robichon de La Guérinière, il più illustre cavaliere e maestro francese, nella sua Ecole de Cavalerie, nel 1731 ribadisce inoltre che la Scuola napoletana di equitazione “aveva una così gran reputazione, che la si considerava come la prima del mondo”. La realizzazione di un Maneggio Coperto si lega quindi all’antica storia della scuola di equitazione napoletana. Nel 1532 Federico Grisone, nobile napoletano, aveva aperto la prima Scuola di Equitazione, proseguita dal suo allievo Giovanni Battista Pignatelli che fondò l’Accademia Napoletana di Arte Equestre: questa passione, oltre a essere utile, era diventata simbolo di potere e di prestigio per le famiglie nobili. Carlo III di Borbone istituì a Napoli allevamenti con i migliori cavalli del Regno. L’edificio del Maneggio Coperto di Portici – nasce in relazione alle trasformazioni del Palazzo Mascabruno, una struttura su più piani volta ad ospitare le truppe della Reale Cavalleria Borbonica. Al piano terreno si trovavano la scuderia, i magazzini, la selleria, le prigioni, la sala scherma, la cavallerizza e i laboratori di sartoria, di calzature, ecc.; sul fondo, nel secondo cortile vicino al Maneggio, le stalle dei cavalli. Le storie del Maneggio e del palazzo si intrecciano con quella della fabbrica della Reggia di Portici, voluta dallo stesso Carlo III; durante la costruzione del Palazzo Reale il Regio Ingegnere Giovanni Antonio Medrano trasformò l’ex Palazzo Mascabruno in “comodi di cavalleria”; l’ingegnere Tommaso Saluzzi progettò le Reali Scuderie a ne diresse i lavori, iniziati tra il 1740 e il 1753. L’incertezza è dovuta probabilmente alla sospensione degli scavi di fondazione a seguito di ritrovamento di una sontuosa villa romana: il sovrano diede ordine di scavare una grotta dal lato della strada pubblica, da cui era possibile calarsi per visitare la villa (tra i reperti rinvenuti l’aquila di marmo con le lettere Q. P. A., attribuita a Quinto Ponzio Aquila, attualmente ancora nello stemma del Municipio di Portici). Con i lavori diretti da Saluzzi, il boschetto fu sostituito da una prateria e il palazzo fu trasformato per essere utilizzato come caserma e scuderia della Reale Cavalleria, dotata anche dello spettacolare e maestoso Maneggio Coperto, costruito tra 1775 e il 1794.